Aldilà del piacere di ascoltare una persona che ha dedicato la sua vita a gridare a squarciagola l’inutilità della guerra e a provare a sanare i guasti fisici che questa produce, quello che più ci ha colpito è stato l’elevato numero di persone, lì ad applaudirlo e la semplicità, la linearità, la ragionevolezza del suo discorso… nessun giro di parole, nessuna elucubrazione complessa, nessuna parola difficile, una sola semplice osservazione: “aboliamo la guerra”.

Non parlava solo di disarmo totale, perché si possono eliminare le armi dalla vita quotidiana, ha detto, ma non la capacità di costruirle dalla mente degli uomini. Il suo discorso lucido e chiaro sottolineava la necessità, ormai prioritaria, di abolire la guerra dalle coscienze degli uomini; è un lavoro che interessa l’etica poiché siamo l’unica specie che fa la guerra, che si ammazza vicendevolmente. Basterebbe cominciare ad usare l’intelligenza.

Ha concluso l’intervento sottolineando che non si tratta di un’utopia ma semplicemente di un progetto non ancora realizzato. E’ un lavoro che interessa ogni singolo cittadino non la politica, è urgente, necessario, non procrastinabile… non possiamo lasciare fare, ognuno di noi deve far parte di un grande movimento di opinione per esprimere il ripudio della guerra, non si può aspettare oltre.

Alla fine dell’incontro ci sono state alcune domande che miravano per lo più a chiedere quale fosse la ricetta per attuare quanto detto, c’è stato un lungo, un lunghissimo applauso, le persone si sono avvicinate, hanno chiesto una foto, gli hanno stretto la mano… poi sono uscite dall’Auditorium e a noi l’unica domanda che risuonava nella testa osservando il flusso del numeroso pubblico che si disperdeva era non per il relatore ma per tutti noi che avevamo appena finito di ascoltare…

“Domani mattina quanti di noi, dopo aver applaudito, dopo aver annuito, si alzeranno dal letto per cominciare a mettere in pratica il ripudio della guerra? Quanti di noi sono disposti a farlo?”

E’ nata una nuova realtà, un nuovo progetto del giornalista Silvestro Montanaro: Raiawadunia, cittadini del mondo, dove è possibile parlare, confrontarsi, partecipare.

Le parole di Silvestro Montanaro non si discostano molto dalla lunga analisi che ha fatto Gino Strada qualche giorno fa, in alcuni casi addirittura si sovrappongono, perché la realtà dei fatti è sotto i nostri occhi, non servono complesse analisi politiche per capire che non possiamo più aspettare che è urgente sostenere a gran voce il ripudio della guerra.  Condividiamo il link e riportiamo di seguito un estratto del testo di Montanaro, invitiamo a visitare e a seguire il suo sito in modo da diventare parte attiva di questo progetto.

“…La parola deve tornare, allora, ai piccoli del mondo, cioè alle sue donne e ai suoi uomini che sono la maggioranza assoluta in questo nostro mondo. Un nuovo movimento che parta dalla consapevolezza che la guerra è sempre stata decisa dai ricchi e dai potenti che hanno mandato a morire i figli dei poveri. Un movimento che abbia ben chiaro che viviamo nell’epoca dell’atomica e che non si può ignorare quanti rischi di estinzione della specie umana questo comporti.
Un movimento che dica che la guerra è il primo dei problemi dell’agenda mondiale e va definitivamente bandita perché come diceva Albert Einstein “ la guerra può solo essere abolita. Non si può umanizzare” . E i missili e le bombe intelligenti sono la più grande delle menzogne di chi vuol continuare a far profitto sulla pelle dei popoli. Un movimento che abbia il coraggio e la coscienza che chieder questo non è un sogno di mezza estate o una stupida utopia. E’ solo e concretamente la prima delle nostre necessità….”

Livia Trigona

 

Parliamoci chiaro. Le Nazioni Unite sono in agonia. L’attacco in Siria di qualche settimana fa, non autorizzato da alcun organismo internazionale e quindi solo un atto di guerra, un crimine, ha visto la totale inessenzialità dell’Onu. 590 altre parole

via GINO STRADA: UN’INIZIATIVA INTERNAZIONALE CONTRO LA GUERRA — Raiawadunia