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PROGRAMMA OLTRE I CONFINI Settimana di Arte, Cultura e Pace
“Artisti per la Pace”

Prenderà avvio, sabato 1 ottobre 2022 alle ore 17:00, “Oltre i confini” – Settimana di Arte, Cultura e Pace, con l’inaugurazione della terza edizione della mostra collettiva “Artisti per la Pace” tra i vicoli dell’antico castello di Castelbuono di Bevagna. La manifestazione, organizzata dalla Omnes… oltre i confini ODV e patrocinata dalla Regione Umbria e dal Comune di Bevagna, in collaborazione con la Tavola della Pace, si protrarrà fino a domenica 9 ottobre, ad ingresso gratuito. Saranno numerosi i momenti di sensibilizzazione nello scenario della Piazzetta della Pace di Castelbuono e presso la Sala T. Sankara del Magazzino Sociale di Cantalupo di Bevagna (via Madonna dell’Addolorata, 48). Il fitto programma è ricco di appuntamenti e di ospiti: attivisti, giornalisti, scrittori, politici, medici, tra gli altri la principessa Soraya Malek d’Afghanistan, Giulia Grillo, Flavio Lotti, Soumaila Diawara, Emanuele Giordana, Frozan Nawabi, Mir Ahmad Joyenda, e spaziano dall’approfondimento di temi sociali, relativi agli ambiti di cui l’associazione si occupa con lo sviluppo di piccoli progetti di cooperazione (Camerun, Afghanistan, Rotta Balcanica), a tematiche di interesse comune per la conoscenza della realtà che ci circonda (social network e comunicazione, spreco alimentare e di farmaci, la ricerca della Pace…). L’importanza del territorio e del suo rispetto sarà sottolineata da momenti di condivisione e comunità: lezione di yoga con il Centro Kundalini Yoga, passeggiate lungo i sentieri a contatto con la natura, grazie alla partecipazione dell’associazione culturale L’Olivo e la Ginestra, Le storie di Loz  escursioni e turismo e la ProLoco Cantalupo Castelbuono, che si occuperà anche di offrire merende dal sapore della tradizione, ed infine “Note d’autore”, i momenti dedicati alla musica e ai racconti con ospiti di grande rilievo: il contastorie e scrittore Mirko Revoyera, i cantautori Giulio Wilson e Max Manfredi, i fisarmonicisti Federico Gili e Ilaria Castellani.

Per info e prenotazioni info@omnesoltreiconfini.it – 3474991183 / 3476021242.

Livia Trigona

La piccola scuola delle bambine di Lashkar Gah riprenderà le lezioni con le sue insegnanti appena si riuscirà a garantire una maggiore sicurezza., speriamo il prima possibile!

L’istruzione garantisce il futuro.

Il 21 e il 22 agosto siamo stati a Milano, siamo andati a casa Emergency, per salutare chi l’Afghanistan lo ha sempre avuto nel cuore e non lo ha mai lasciato neanche nei momenti più difficili: Gino Strada.

Ci siamo dati appuntamento con i nostri collaboratori per il progetto in Afghanistan proprio a Milano per poter parlare di ciò che sta accadendo in Afghanistan in questi giorni e per commentare il complesso e intricato groviglio di notizie che riceviamo quotidianamente, ci è apparso ancora più chiaro quanto sia necessario andare avanti.

Donando istruzione è possibile regalare un futuro diverso ad un Paese in subbuglio che adesso è sotto i riflettori, ma che presto probabilmente tornerà di nuovo in ombra come è stato negli ultimi venti anni.

Nel nostro piccolo continueremo a perseguire questo obiettivo, le bambine e gli orfani di guerra riprenderanno libri e penne, le due insegnanti torneranno a costruire curiosità e voglia di sapere, affinché possa continuare ad essere coltivato il sogno di vedere tornare a fiorire le rose nei giardini di quel meraviglioso Paese per dimenticare le armi e la loro scia di dolore.

Livia Trigona

L’estate che stiamo vivendo nella sua particolarità ci ha spinto a ragionare su nuovi registri.

In Afghanistan la Scuola delle Bambine e degli orfani di guerra ha ripreso a funzionare a Luglio, le notizie ufficiali legate alla pandemia arrivano con difficoltà, la burocrazia fatica a riprendere; nonostante non sia semplice, continuiamo a seguire tutto ciò che accade attraverso il nostro responsabile locale, alle prese anche con il nuovo assetto dell’OPR dopo la morte del suo presidente. Le immagini mostrano mascherine e tentativi di ripresa.

In Camerun la vita del villaggio fa i conti con l’arrivo del Covid, le notizie dall’Italia, le nostre raccomandazioni e le indicazioni del governo. Nel frattempo si è risolto il contenzioso sulle elezioni: è stato eletto il nuovo capo villaggio, la comunità sta organizzando la festa d’”intronizzazione”, che probabilmente si svolgerà a fine mese. Le foto che arrivano testimoniano di mascherine e difficile distanziamento sociale.

In Italia, il “Magazzino Sociale” attende di essere inaugurato, si organizzano un nuovo calendario, le misure di rispetto del distanziamento sociale e si individuano le nuove date, attenti alle disposizioni governative in continuo aggiornamento, tenendo il fiato un po’ sospeso con la speranza di non dover rimandare ancora.

Ad oggi, dunque, conclusa l’attività di soccorso alle emergenze sul territorio che ci ha visti impegnati, negli ultimi mesi, con il progetto della “Spesa sospesa” e della “Raccolta di alimenti” da destinare alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria e rimaste fuori da altri tipi di aiuti, i progetti all’estero non sono raggiungibili e quello in Italia è fermo in attesa.

Ormai da anni le nostre vacanze, quando non dedicate alla parte pratica dei progetti in loco, sono dedicate a studiare il mondo osservandolo direttamente, a conoscere persone, ad approfondire temi, per poi restituire il tutto sotto forma di incontri di sensibilizzazione.

Così è stato, a maggior ragione, anche questa estate: siamo rimasti in Italia per ridurre al minimo la possibilità di mettere a rischio noi stessi e le persone che ci circondano, ma abbiamo tenuto lo sguardo rivolto oltre ogni confine.

Il viaggio dell’anno scorso, volto ad approfondire le nostre conoscenze sulla Rotta Balcanica, mancava del punto finale, così presi i necessari contatti con le realtà associative locali ci siamo diretti a Trieste, punto di approdo per quei ragazzi che riescono a superare il game. Tappa di un viaggio non ancora completamente concluso, tappa di una vita in fuga.

I giardini davanti alla stazione di Trieste sono due aree verdi attraversate da una strada che divide anche fisicamente le povertà: da un lato i clochard della città, dall’altro giovani stanchi in fila, sorpresi di trovare un sollievo alle loro ferite nelle mani solidali di premurosi esseri umani che curano, disinfettano, bendano: i volontari di Linea d’Ombra e di altre associazioni italiane che, come noi, hanno deciso semplicemente di esserci.

Due giorni ad ascoltare e ad osservare come si può provare a ridare anima al concetto di uomo: ore condivise, sorrisi, parole, panini e una pioggia scrosciante che lava, pulisce il respiro e piange per chi ormai non riesce a farlo più.

Profili di ragazzi giovani, alcuni ancora minorenni, che si dileguano dirigendosi al Silos, area appartata tra il porto e la stazione dove i migranti, per lo più afghani, pakistani e indiani, trovano un ricovero di fortuna, in attesa che le ferite guariscano e che le forze ritornino per poter proseguire. Profili di ragazzi che girano per le strade di una città dai colori delicati, di una grazia e di una bellezza struggenti, soprattutto nelle ore di passaggio tra la notte e il giorno e il giorno e la notte; di passaggio come le navi al porto, i gabbiani in volo, i poeti nei caffè, come la storia tra le pietre dei palazzi, nelle piazze e gli uomini, tutti gli uomini.

In viaggio si ricostruiscono anche le pagine della propria storia e quindi dei nonni o dei bisnonni, che le stesse strade le hanno percorse con il cuore pesante, sulle linee di confine, al fronte sul Carso, una moglie e un figlio a casa, storie spezzate ma che continuano in noi, che tra sacrari e trincee possiamo solo ricostruire per ricordare e prendere consapevolezza dell’importanza di ogni singolo uomo su questa terra.

Storia generale e storia personale, percorsi di confine e incontri, il succo del viaggio di quest’anno.

A Torino il secondo incontro con un ragazzo che ci sembra di conoscere da sempre, di lui abbiamo assaporato l’infanzia, le paure, le sofferenze… Potenza dei libri, soprattutto di quelli scritti così bene da farti vivere con il protagonista.

Enaiatollah ci raggiunge in bicicletta non lontano da Porta Susa, in un pomeriggio afoso, seduti al tavolino di un bar sotto i portici: occhi profondi, curiosi e sorridenti, il protagonista di due libri si fa umano, parla con noi.

Enaiatollah è il protagonista di due libri di Fabio Geda “Nel mare ci sono i coccodrilli” e “Storia di un figlio”, di cui è anche coautore.

Si parla di Afghanistan e di sogni… lui dà volto e parole ai profili di quei ragazzi di Trieste e a quelli incontrati a Bihac e a Sarajevo l’anno scorso e ancora prima, nel 2016, in Grecia nel campo profughi di Malakasa in Attica, lui è il loro sguardo e i loro sogni, lo è anche di quel suo piccolo amico che temeva il mare perché credeva ci fossero i coccodrilli.

L’aria fresca tra le langhe piemontesi, la scoperta di un piccolo centro nell’alessandrino, Aqui Terme, vivo di vita allegra, vacanziera, un po’ frivola, profumato di quell’aria dolce delle sere d’estate, tra odore di cibo e essenze fresche di persone a passeggio, abiti colorati e svolazzanti, note di violino tra i fumi dell’acqua termale. In questo contesto incontriamo Walimohammad, ventitrè anni di uomo già adulto, impegnato, appassionato, che studia, ricerca, vuol comprendere per far comprendere.

Afghano anche lui, fuggito attraverso la rotta anche lui, anche lui fortunosamente arrivato in Italia, scrive libri e ricostruisce la storia del suo Paese e la sua, ricordando le parole di suo padre e di sua nonna, guida e faro nella sua crescita.

Una laurea e mille sogni, un impegno costante, motivato, sincero. Ama l’Italia e si preoccupa del suo Paese che sostiene con la sua associazione seguita sul posto dalla sorella, laureata in medicina che vive e lavora lì, con il desiderio di cambiare insieme quello che sembra ormai immodificabile, partendo dall’istruzione.

L’istruzione per i giovani afghani nella loro terra è il sogno di Enaiatollah e anche di Walimohammad, è anche quello dei nostri collaboratori Rahmatullah e Shadikhan, grazie ai quali è stato per noi possibile aprire la piccola scuola della Bambine e degli Orfani di guerra a Lashkar Gah.

Incontri che aprono testa e cuore e che ci permettono di sfamare la nostra fame di sapere. Incontri nostri che presto diverranno incontri di tutti coloro che vorranno seguire gli approfondimenti che proporremo.

Un viaggio in Italia che ci ha permesso di continuare a scoprire il mondo con occhi attenti e vigili.

Livia Trigona

 

 

I primi contatti telefonici nel 2016 con l’intento di organizzare un evento di sensibilizzazione nel nostro territorio. A Luglio del 2017 riserviamo l’apertura del calendario estivo di Bevagna all’incontro in Piazza con te “Tutte le bugie sull’Africa e l’immigrazione”.

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Ci conosciamo così personalmente: la nostra realtà, la nostra piccola associazione, le tue storie, i tuoi incontri, i viaggi.

Parliamo, parliamo molto e condividiamo pasti ed emozioni.

In quell’occasione, colpito dalla locandina creata per l’evento, hai voluto sapere chi si occupasse della grafica per la nostra associazione, ti abbiamo spiegato che la curiamo noi stessi per abbattere i costi organizzativi. Meno soldi spendiamo per la fase logistica degli eventi di sensibilizzazione più soldi possono essere destinati ai progetti!

Ci parli, quindi, del tuo nuovo libro su Thomas Sankara e, come cosa già decisa, ci dici di cominciare a pensare alla copertina.

Questi i punti e i concetti imprescindibili dai quali far nascere l’idea:

Thomas Sankara – felicità – insieme…

Mandi quindi la foto del famoso dipinto di Pellizza da Volpedo come riferimento da cui muoversi: “Il quarto stato”

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Seguono proposte, idee, schizzi e approdiamo a…

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Di seguito mesi di lavoro per te per trovare i finanziamenti necessari a coprire i costi della ricerca, dei viaggi di approfondimento e della pubblicazione, per noi mesi di trepidante attesa con il desiderio di leggere il contenuto di quel libro dedicato alla meravigliosa figura di Thomas Sankara, attesa purtroppo mai conclusa…

…di quel libro ci rimane solo un breve estratto che tu stesso hai concesso a chi ti ha sempre seguito:

Divide et impera!
Crea divisioni e potrai comandare. Questa è stata la regola vincente dei mille poteri che si sono avvicendati nei millenni alla guida del mondo. La costruzione dell’altro come nemico, il racconto ossessivo della sua diversità e quindi pericolosità, sono stati il cemento delle dinastie e delle élites al potere da sempre.
Eppure differenze del colore della pelle, i mille nomi di Dio, la danza infinita dei linguaggi e delle tradizioni, non sono mai riuscite ad occultare una semplice verità. Al di là di ogni differenza, alla fine, ci sono solo donne ed uomini e ciò che li unisce è infinitamente più grande di ciò che apparentemente li separa.
Una vita dignitosa, un’abitazione sicura, cibo a sufficienza, servizi sanitari, accesso all’istruzione per i propri figli, un lavoro equamente retribuito, un ambiente vivo e salubre, vecchiaia serena. L’elenco di ciò che ci accomuna è infinito ma soprattutto tocca i punti base delle aspettative di ogni abitante del pianeta, qualsiasi sia il suo luogo di nascita, la fede che professa, la pigmentazione del proprio corpo.

Questa semplice verità è da sempre messa in discussione o negata. La sua semplicità è infatti rivoluzionaria e mette immediatamente in crisi qualsiasi interesse di parte. E fa sfracelli di mille e mille culture del conflitto e della competitività nel suo affermare prepotente un’unica verità, quella che tutte le donne e tutti gli uomini hanno diritto, finalmente, ad essere felici. Si, perché, mai come oggi, la felicità, per tutte e per tutti, è a portata di mano. A patto che tutte e tutti si impegnino, insieme, a liberarla dalle catene in cui alcuni interessi prepotenti la costringono prigioniera perché altrimenti sarebbero condannati all’estinzione.
Questo, finalmente, potrebbe essere il tempo di una nuova storia. Quella delle donne e degli uomini che vivono in pace, che assaporano la giustizia, godono dei frutti del loro sapere e del loro lavoro comune e che vivono le diversità come niente altro che i tanti e vividi colori della vita. Il tempo della felicità”
(https://www.facebook.com/photo.php?bid=10155946717659666&set=pb.797194665.-2207520000..&type=3)

Per presentare il tuo impegno su questo lavoro dicevi ancora:

Esiste un solo e veritiero indice per misurare il buongoverno. E questo indice è la felicità, oggi, non domani, in un remoto futuro, dei governati, cioè degli abitanti dei nostri paesi e del nostro mondo. I grandi problemi del mondo sono problemi di tutte le donne e tutti gli uomini del nostro pianeta e aspettano, per ora invano, soluzioni comuni, nell’interesse di tutte e tutti. Tutto il resto è demagogia, truffa, potere personale, ingiustizia e guerra. Insieme possiamo cambiare il corso disperante della storia. Questo è il cuore del pensiero e della vita di Thomas Sankara, il leader africano trucidato trenta anni fa per le sue idee straordinarie, sulle quali sto scrivendo il mio nuovo libro, “ La felicità, insieme “. Un racconto e un testo per il nostro oggi. Nuove bandiere e idee per cambiare il mondo.” (https://www.facebook.com/photo?fbid=10156097965109666&set=pb.797194665.-2207520000)

Poi la tua nuova creatura… il tuo bisogno di scrivere, di raccontare ha partorito RAIAWADUNIA. (https://raiawadunia.com/)

Serviva l’immagine della testata e così hai detto “Voglio vedere il mondo, i suoi problemi, a partire da questi problemi uomini e donne diversi scelgono di camminare insieme, da cittadini del mondo“… riprendiamo il concetto del cammino insieme, nasce la testata, anche grazie alla disponibilità del fotoreporter Enea Discepoli, che ha concesso l’uso di alcune sue fotografie

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e il relativo logo

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Volevi assolutamente arrivare a tutti, trasmettere il messaggio più importante: nonostante le difficoltà il mondo si può cambiare, ma solo con il contributo di ogni uomo e di ogni donna, dei cittadini del mondo…

Le indicazioni le hai fornite, le impronte le hai lasciate, il messaggio è chiaro, sappiamo come continuare: tendiamo a la felicità, insieme!

Grazie Silvestro, di averci dato l’occasione di far parte del tuo cammino.

Livia Trigona