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In occasione della settimana di Arte, Cultura e Pace “Oltre i confini”, organizzata dalla Omnes… oltre i confini Odv e patrocinata dalla Regione Umbria e dal Comune di Bevagna, si è svolta, nei primi due fine settimana di ottobre, la terza edizione della mostra collettiva “Artisti per la Pace 2022”.

Nuovamente allestita tra le vie e le piazzette di Castelbuono di Bevagna, nel rispetto dell’idea originale dell’artista Andrew Stevenson, la mostra “Artisti per la Pace”, ormai giunta alla terza edizione, è stata impreziosita da opere di artisti locali, nazionali ed internazionali.

Immersa in una magica atmosfera, ha permesso ai visitatori di scoprire, attraverso i soggetti scelti dagli artisti tra pennellate energiche o quasi evanescenti, intensi colori o sfumature delicate, impressioni nell’argilla o sguardi attenti dietro l’obiettivo, l’angolo remoto nel quale ognuno di loro ha ritrovato o ha riconosciuto per un attimo il senso della Pace: nella quotidianità della propria storia o ispirato da un tragico evento come in un grido di speranza, nelle pieghe di un’anima sofferente, nello scorrere quieto dell’acqua, tra volti iconici o sconosciuti, personali o generati nella tela con colpi di spatola rigidi e graffianti.

Arte come veicolo di un messaggio potente, uno sguardo sull’essenza umana, la fragilità, la consapevolezza, il calore e l’abbraccio della natura, la luce e il chiarore, il viaggio e l’incontro, la fuga e il ritrovarsi, l’analisi e la scoperta, parole e immagini simbolo, la donna, l’uomo, l’essere una parte del tutto.

A contorno e in un amalgama di colori, suoni e vibrazioni: i dialoghi sui diritti umani, affrontati con ospiti provenienti da oltre i confini, e la musica.
Le opere degli artisti sembrano aver lentamente preso corpo ed essersi sviluppate in vite vissute o solo immaginate, trasportate dalle note nella grazia e nella poesia dei testi dei cantautori, dei contastorie e dei musicisti, in quel piccolo castello divenuto luogo incantato sul far della sera, sotto il chiarore della luna.

Livia Trigona

Castelbuono di Bevagna - Piazzetta superiore. Opere di Pietro Floris, Francesca Filippini, Hamid Sultani
Castelbuono di Bevagna – Piazzetta superiore.
Opere di Pietro Floris, Francesca Filippini, Hamid Sultani.
Castelbuono di Bevagna
Opere di Ines Doellert ePietro Floris.
Castelbuono di Bevagna
Opere di Ines Doellert e Pietro Floris.

Castelbuono di Bevagna
Opere di Francesca Filippini, Ines Doellert e Pietro Floris.
Castelbuono di Bevagna
Opere di Francesca Filippini, Ines Doellert e Virginia Ryan.
Castelbuono di Bevagna
Opere di Ines Doellert.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Ines Doellert.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di  Luca Cisternino, Rita D'Elia, Fabrizio Ventura, Claudia Angrisani, Elio Rizzo.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Luca Cisternino, Rita D’Elia, Fabrizio Ventura, Claudia Angrisani, Elio Rizzo.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di  Luca Cisternino, Rita D'Elia, Fabrizio Ventura, Angelo Brugnoni, Virginia Ryan
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Luca Cisternino, Rita D’Elia, Fabrizio Ventura, Angelo Brugnoni, Virginia Ryan.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di  Virginia Ryan.
Castelbuono di Bevagna.
Opera di Virginia Ryan.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Angelo Brugnoni e Virginia Ryan.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Angelo Brugnoni e Virginia Ryan.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Angelo Brugnoni.
Castelbuono di Bevagna.
Opera di Angelo Brugnoni.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Pamela Pucci, Andrew Stevenson, Rolando Dominici, Pilade Trabalza.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Pamela Pucci, Andrew Stevenson, Rolando Dominici, Pilade Trabalza.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Mouhamed Yaye e Pamela Pucci.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Mouhamed Yaye e Pamela Pucci.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Daniele Fratini.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Daniele Fratini.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Daniele Fratini, Rolando Dominici, Angelo Brugnoni.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Daniele Fratini, Rolando Dominici, Angelo Brugnoni.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Pilade >Trabalza e Rolando Dominici.” class=”wp-image-385″/><figcaption>Castelbuono di Bevagna.<br>Opere di Pilade Trabalza e Rolando Dominici.</figcaption></figure>



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Opere di Rolando Dominici.
Castelbuono di Bevagna.
Opere di Rolando Dominici.

Castelbuono di Bevagna.
Mirko Revoyera
(contastorie)
Castelbuono di Bevagna.
Giulio Wilson
(cantautore)
Castelbuono di Bevagna.
Max Manfredi (cantautore)
Alice Nappi (violinista)
Castelbuono di Bevagna.
Ilaria Castellani e Federico Gili
(fisarmonicisti).

L’estate che stiamo vivendo nella sua particolarità ci ha spinto a ragionare su nuovi registri.

In Afghanistan la Scuola delle Bambine e degli orfani di guerra ha ripreso a funzionare a Luglio, le notizie ufficiali legate alla pandemia arrivano con difficoltà, la burocrazia fatica a riprendere; nonostante non sia semplice, continuiamo a seguire tutto ciò che accade attraverso il nostro responsabile locale, alle prese anche con il nuovo assetto dell’OPR dopo la morte del suo presidente. Le immagini mostrano mascherine e tentativi di ripresa.

In Camerun la vita del villaggio fa i conti con l’arrivo del Covid, le notizie dall’Italia, le nostre raccomandazioni e le indicazioni del governo. Nel frattempo si è risolto il contenzioso sulle elezioni: è stato eletto il nuovo capo villaggio, la comunità sta organizzando la festa d’”intronizzazione”, che probabilmente si svolgerà a fine mese. Le foto che arrivano testimoniano di mascherine e difficile distanziamento sociale.

In Italia, il “Magazzino Sociale” attende di essere inaugurato, si organizzano un nuovo calendario, le misure di rispetto del distanziamento sociale e si individuano le nuove date, attenti alle disposizioni governative in continuo aggiornamento, tenendo il fiato un po’ sospeso con la speranza di non dover rimandare ancora.

Ad oggi, dunque, conclusa l’attività di soccorso alle emergenze sul territorio che ci ha visti impegnati, negli ultimi mesi, con il progetto della “Spesa sospesa” e della “Raccolta di alimenti” da destinare alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria e rimaste fuori da altri tipi di aiuti, i progetti all’estero non sono raggiungibili e quello in Italia è fermo in attesa.

Ormai da anni le nostre vacanze, quando non dedicate alla parte pratica dei progetti in loco, sono dedicate a studiare il mondo osservandolo direttamente, a conoscere persone, ad approfondire temi, per poi restituire il tutto sotto forma di incontri di sensibilizzazione.

Così è stato, a maggior ragione, anche questa estate: siamo rimasti in Italia per ridurre al minimo la possibilità di mettere a rischio noi stessi e le persone che ci circondano, ma abbiamo tenuto lo sguardo rivolto oltre ogni confine.

Il viaggio dell’anno scorso, volto ad approfondire le nostre conoscenze sulla Rotta Balcanica, mancava del punto finale, così presi i necessari contatti con le realtà associative locali ci siamo diretti a Trieste, punto di approdo per quei ragazzi che riescono a superare il game. Tappa di un viaggio non ancora completamente concluso, tappa di una vita in fuga.

I giardini davanti alla stazione di Trieste sono due aree verdi attraversate da una strada che divide anche fisicamente le povertà: da un lato i clochard della città, dall’altro giovani stanchi in fila, sorpresi di trovare un sollievo alle loro ferite nelle mani solidali di premurosi esseri umani che curano, disinfettano, bendano: i volontari di Linea d’Ombra e di altre associazioni italiane che, come noi, hanno deciso semplicemente di esserci.

Due giorni ad ascoltare e ad osservare come si può provare a ridare anima al concetto di uomo: ore condivise, sorrisi, parole, panini e una pioggia scrosciante che lava, pulisce il respiro e piange per chi ormai non riesce a farlo più.

Profili di ragazzi giovani, alcuni ancora minorenni, che si dileguano dirigendosi al Silos, area appartata tra il porto e la stazione dove i migranti, per lo più afghani, pakistani e indiani, trovano un ricovero di fortuna, in attesa che le ferite guariscano e che le forze ritornino per poter proseguire. Profili di ragazzi che girano per le strade di una città dai colori delicati, di una grazia e di una bellezza struggenti, soprattutto nelle ore di passaggio tra la notte e il giorno e il giorno e la notte; di passaggio come le navi al porto, i gabbiani in volo, i poeti nei caffè, come la storia tra le pietre dei palazzi, nelle piazze e gli uomini, tutti gli uomini.

In viaggio si ricostruiscono anche le pagine della propria storia e quindi dei nonni o dei bisnonni, che le stesse strade le hanno percorse con il cuore pesante, sulle linee di confine, al fronte sul Carso, una moglie e un figlio a casa, storie spezzate ma che continuano in noi, che tra sacrari e trincee possiamo solo ricostruire per ricordare e prendere consapevolezza dell’importanza di ogni singolo uomo su questa terra.

Storia generale e storia personale, percorsi di confine e incontri, il succo del viaggio di quest’anno.

A Torino il secondo incontro con un ragazzo che ci sembra di conoscere da sempre, di lui abbiamo assaporato l’infanzia, le paure, le sofferenze… Potenza dei libri, soprattutto di quelli scritti così bene da farti vivere con il protagonista.

Enaiatollah ci raggiunge in bicicletta non lontano da Porta Susa, in un pomeriggio afoso, seduti al tavolino di un bar sotto i portici: occhi profondi, curiosi e sorridenti, il protagonista di due libri si fa umano, parla con noi.

Enaiatollah è il protagonista di due libri di Fabio Geda “Nel mare ci sono i coccodrilli” e “Storia di un figlio”, di cui è anche coautore.

Si parla di Afghanistan e di sogni… lui dà volto e parole ai profili di quei ragazzi di Trieste e a quelli incontrati a Bihac e a Sarajevo l’anno scorso e ancora prima, nel 2016, in Grecia nel campo profughi di Malakasa in Attica, lui è il loro sguardo e i loro sogni, lo è anche di quel suo piccolo amico che temeva il mare perché credeva ci fossero i coccodrilli.

L’aria fresca tra le langhe piemontesi, la scoperta di un piccolo centro nell’alessandrino, Aqui Terme, vivo di vita allegra, vacanziera, un po’ frivola, profumato di quell’aria dolce delle sere d’estate, tra odore di cibo e essenze fresche di persone a passeggio, abiti colorati e svolazzanti, note di violino tra i fumi dell’acqua termale. In questo contesto incontriamo Walimohammad, ventitrè anni di uomo già adulto, impegnato, appassionato, che studia, ricerca, vuol comprendere per far comprendere.

Afghano anche lui, fuggito attraverso la rotta anche lui, anche lui fortunosamente arrivato in Italia, scrive libri e ricostruisce la storia del suo Paese e la sua, ricordando le parole di suo padre e di sua nonna, guida e faro nella sua crescita.

Una laurea e mille sogni, un impegno costante, motivato, sincero. Ama l’Italia e si preoccupa del suo Paese che sostiene con la sua associazione seguita sul posto dalla sorella, laureata in medicina che vive e lavora lì, con il desiderio di cambiare insieme quello che sembra ormai immodificabile, partendo dall’istruzione.

L’istruzione per i giovani afghani nella loro terra è il sogno di Enaiatollah e anche di Walimohammad, è anche quello dei nostri collaboratori Rahmatullah e Shadikhan, grazie ai quali è stato per noi possibile aprire la piccola scuola della Bambine e degli Orfani di guerra a Lashkar Gah.

Incontri che aprono testa e cuore e che ci permettono di sfamare la nostra fame di sapere. Incontri nostri che presto diverranno incontri di tutti coloro che vorranno seguire gli approfondimenti che proporremo.

Un viaggio in Italia che ci ha permesso di continuare a scoprire il mondo con occhi attenti e vigili.

Livia Trigona

 

 

I primi contatti telefonici nel 2016 con l’intento di organizzare un evento di sensibilizzazione nel nostro territorio. A Luglio del 2017 riserviamo l’apertura del calendario estivo di Bevagna all’incontro in Piazza con te “Tutte le bugie sull’Africa e l’immigrazione”.

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Ci conosciamo così personalmente: la nostra realtà, la nostra piccola associazione, le tue storie, i tuoi incontri, i viaggi.

Parliamo, parliamo molto e condividiamo pasti ed emozioni.

In quell’occasione, colpito dalla locandina creata per l’evento, hai voluto sapere chi si occupasse della grafica per la nostra associazione, ti abbiamo spiegato che la curiamo noi stessi per abbattere i costi organizzativi. Meno soldi spendiamo per la fase logistica degli eventi di sensibilizzazione più soldi possono essere destinati ai progetti!

Ci parli, quindi, del tuo nuovo libro su Thomas Sankara e, come cosa già decisa, ci dici di cominciare a pensare alla copertina.

Questi i punti e i concetti imprescindibili dai quali far nascere l’idea:

Thomas Sankara – felicità – insieme…

Mandi quindi la foto del famoso dipinto di Pellizza da Volpedo come riferimento da cui muoversi: “Il quarto stato”

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Seguono proposte, idee, schizzi e approdiamo a…

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Di seguito mesi di lavoro per te per trovare i finanziamenti necessari a coprire i costi della ricerca, dei viaggi di approfondimento e della pubblicazione, per noi mesi di trepidante attesa con il desiderio di leggere il contenuto di quel libro dedicato alla meravigliosa figura di Thomas Sankara, attesa purtroppo mai conclusa…

…di quel libro ci rimane solo un breve estratto che tu stesso hai concesso a chi ti ha sempre seguito:

Divide et impera!
Crea divisioni e potrai comandare. Questa è stata la regola vincente dei mille poteri che si sono avvicendati nei millenni alla guida del mondo. La costruzione dell’altro come nemico, il racconto ossessivo della sua diversità e quindi pericolosità, sono stati il cemento delle dinastie e delle élites al potere da sempre.
Eppure differenze del colore della pelle, i mille nomi di Dio, la danza infinita dei linguaggi e delle tradizioni, non sono mai riuscite ad occultare una semplice verità. Al di là di ogni differenza, alla fine, ci sono solo donne ed uomini e ciò che li unisce è infinitamente più grande di ciò che apparentemente li separa.
Una vita dignitosa, un’abitazione sicura, cibo a sufficienza, servizi sanitari, accesso all’istruzione per i propri figli, un lavoro equamente retribuito, un ambiente vivo e salubre, vecchiaia serena. L’elenco di ciò che ci accomuna è infinito ma soprattutto tocca i punti base delle aspettative di ogni abitante del pianeta, qualsiasi sia il suo luogo di nascita, la fede che professa, la pigmentazione del proprio corpo.

Questa semplice verità è da sempre messa in discussione o negata. La sua semplicità è infatti rivoluzionaria e mette immediatamente in crisi qualsiasi interesse di parte. E fa sfracelli di mille e mille culture del conflitto e della competitività nel suo affermare prepotente un’unica verità, quella che tutte le donne e tutti gli uomini hanno diritto, finalmente, ad essere felici. Si, perché, mai come oggi, la felicità, per tutte e per tutti, è a portata di mano. A patto che tutte e tutti si impegnino, insieme, a liberarla dalle catene in cui alcuni interessi prepotenti la costringono prigioniera perché altrimenti sarebbero condannati all’estinzione.
Questo, finalmente, potrebbe essere il tempo di una nuova storia. Quella delle donne e degli uomini che vivono in pace, che assaporano la giustizia, godono dei frutti del loro sapere e del loro lavoro comune e che vivono le diversità come niente altro che i tanti e vividi colori della vita. Il tempo della felicità”
(https://www.facebook.com/photo.php?bid=10155946717659666&set=pb.797194665.-2207520000..&type=3)

Per presentare il tuo impegno su questo lavoro dicevi ancora:

Esiste un solo e veritiero indice per misurare il buongoverno. E questo indice è la felicità, oggi, non domani, in un remoto futuro, dei governati, cioè degli abitanti dei nostri paesi e del nostro mondo. I grandi problemi del mondo sono problemi di tutte le donne e tutti gli uomini del nostro pianeta e aspettano, per ora invano, soluzioni comuni, nell’interesse di tutte e tutti. Tutto il resto è demagogia, truffa, potere personale, ingiustizia e guerra. Insieme possiamo cambiare il corso disperante della storia. Questo è il cuore del pensiero e della vita di Thomas Sankara, il leader africano trucidato trenta anni fa per le sue idee straordinarie, sulle quali sto scrivendo il mio nuovo libro, “ La felicità, insieme “. Un racconto e un testo per il nostro oggi. Nuove bandiere e idee per cambiare il mondo.” (https://www.facebook.com/photo?fbid=10156097965109666&set=pb.797194665.-2207520000)

Poi la tua nuova creatura… il tuo bisogno di scrivere, di raccontare ha partorito RAIAWADUNIA. (https://raiawadunia.com/)

Serviva l’immagine della testata e così hai detto “Voglio vedere il mondo, i suoi problemi, a partire da questi problemi uomini e donne diversi scelgono di camminare insieme, da cittadini del mondo“… riprendiamo il concetto del cammino insieme, nasce la testata, anche grazie alla disponibilità del fotoreporter Enea Discepoli, che ha concesso l’uso di alcune sue fotografie

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e il relativo logo

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Volevi assolutamente arrivare a tutti, trasmettere il messaggio più importante: nonostante le difficoltà il mondo si può cambiare, ma solo con il contributo di ogni uomo e di ogni donna, dei cittadini del mondo…

Le indicazioni le hai fornite, le impronte le hai lasciate, il messaggio è chiaro, sappiamo come continuare: tendiamo a la felicità, insieme!

Grazie Silvestro, di averci dato l’occasione di far parte del tuo cammino.

Livia Trigona

 

In Camerun si sta diffondendo l’epidemia del coronavirus, il villaggio di NlongZok, dove noi operiamo, non ha energia elettrica e acqua.

Il gruppo elettrogeno che alimenta il pozzo, ripristinato dalla Omnes…, ha bisogno del carburante per poter funzionare e necessita di una manutenzione. In una fase così critica l’acqua diventa ancora più importante.

I fondi raccolti saranno utilizzati per l’acquisto del carburante, la riparazione del gruppo elettrogeno, l’acquisto di mascherine, guanti, detergenti antibatterici per mani e superfici necessari a contrastare la diffusione del virus in un contesto molto fragile, dove non ci sono ospedali e centri di salute.

PER DONAZIONI:

OMNES… OLTRE I CONFINI

BANCA POPOLARE ETICA

IBAN: IT65U0359901899050188531904

oppure

OMNES… OLTRE I CONFINI

BANCO POSTA

C/C n. 1042360881

IBAN IT81HO760103000001042360881

 

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